Pompei, con i suoi 66 ettari di cui circa 50 scavati (comprese le aree suburbane), è un insieme unico di edifici civili e privati, monumenti, sculture, pitture e mosaici, di tale rilevanza per la storia dell’archeologia e per l’antichità da essere riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La cenere e i lapilli che seppellirono la città in seguito all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., narrata nelle due famose epistole di Plinio il Giovane ma ricordata anche dagli storici dell’epoca, ne hanno infatti consentito un’eccezionale conservazione, permettendo di avere un’immagine vivida dell’organizzazione delle città romane, come della vita quotidiana dei suoi abitanti.
Nel 2011 il Governo italiano, attraverso il decreto legge n. 34/2011 (art. 2), ha dato avvio al Grande Progetto Pompei (GPP), volto a rafforzare l’efficacia delle azioni e degli interventi di tutela nell’area archeologica mediante l’elaborazione di un Programma straordinario e urgente di interventi conservativi, di prevenzione, manutenzione e restauro.
Il Grande Progetto Pompei, con Decisione C (2012) 2154 del 29 marzo 2012, è stato finanziato quale Grande Progetto UE a valere su risorse del Programma Operativo Interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” FESR 2007-2013 (POIn). Con successiva decisione C (2016) 1497 del 10 marzo 2016, è stata accolta la richiesta del Governo Italiano volta ad ottenere la c.d. fasizzazione, ovvero l’articolazione in due fasi: la prima (conclusa il 31 dicembre 2015) a valere – come anzidetto – su fondi FESR 2007-2013; la seconda finanziata con risorse del PON “Cultura e Sviluppo” – FESR 2014-2020.