CASTELLO DI MELFI: è boom di visitatori

CASTELLO DI MELFI: è boom di visitatori

In questa atipica stagione turistica estiva caratterizzata dall’emergenza sanitaria in cui la Basilicata ha dimostrato di essere una destinazione preferita dagli Italiani entrando tra le prime 10 regioni a livello nazionale per attrattività turistica – come rileva il Regional Tourism Reputation Index 2020, indagine annuale di Demoskopika – spicca per numero di presenze, oltre a Matera, uno dei grandi attrattori del PON Cultura e Sviluppo 201-2020 il Castello di Melfi ed il suo Museo Archeologico Nazionale Massimo Pallottino che calcola 3600 visitatori nelle sole prime due settimane di agosto, registrandone circa mille in più rispetto al 2019.

Il dato è ancora più rilevante se si pensa che, al fine di evitare assembramenti, l’accesso al Museo – ubicato all’interno del maniero federiciano – è regolamentato e consentito contestualmente a piccoli gruppi, fino ad un massimo di 10 persone per volta, con un percorso dedicato a senso unico, il rispetto del distanziamento fisico e l’uso delle mascherine obbligatorio per tutta la durata della visita.

A raccontarne la motivazione di visita sono i suoi visitatori, provenienti da tutta Italia, nel recente servizio realizzato dal TGR Basilicata, anche attratti dalla mostra “Capolavori in rilievo. I sarcofagi di Atella e Rapolla”, che espone due sepolcri marmorei – il sarcofago di Atella straordinariamente prestato dal MANN – Museo Archeolologico Nazionale di Napoli insieme a quello rinvenuto a Rapolla (il “Sarcofago di Rapolla” fu creato da artisti dell’Asia Minore nel II secolo; reca sul coperchio la figura di una donna distesa e venne ritrovato nel 1856) – eccezionali opere d’arte e capolavori assoluti della scultura di età romana, raccontando l’importanza culturale del ruolo ricoperto dal Vulture nell’epoca imperiale. La mostra resterà allestita fino all’8 novembre 2020.

Tanti i turisti attratti dalla storia e dal patrimonio culturale che il Castello, simbolo di Melfi, custodisce tra le sue mura imponenti ricche di storia: venire qui è come intraprendere un viaggio nel lontano medioevo all’interno nell’enorme maniero federiciano –  dieci torri, cinta muraria fortificata e antiche casette del borgo – che dalla collina sovrasta l’attuale centro abitato.

La grandiosa fortezza normanno-sveva è tra i più importanti castelli medievali d’Italia, caratterizzata dalla figura carismatica del sovrano Federico II di Svevia che nel XIII secolo lo preferì tra i tanti a sua dimora facendo di Melfi – centro lucano posto alle pendici del Monte Vulture –  un importante punto di riferimento per tutto il Sud Italia con l’emanazione nel 1231 delle “Costituzioni melfitane”, leggi all’avanguardia per regolamentare il vivere comune ed i rapporti tra il sovrano e i feudatari.  Costruito in epoca normanna per scopi strategici e militari alla fine dell’XI secolo, in questo castello – ancor prima di essere abitato dall’imperatore del “Sacro Romano Impero” – la storia ci tramanda che nel corso del Concilio di Melfi III, nel 1090, il papa Urbano II indisse la Prima crociata in Terra Santa.

Una storia lunga e antica che si può respirare ed ammirare visitando, al piano terra del castello, il Museo Archeologico Nazionale – uno dei più importanti della Basilicata – in cui si trovano reperti archeologici d’inestimabile valore rinvenuti nel territorio del Vulture-Melfese. Da non perdere anche la Torre dell’orologio, l’antico ingresso normanno, la Sala del Trono ed il cortile con la cisterna.

Per chi voglia approfondire la visita da remoto si segnala il video “MELFI. L’Italia da scoprire” (Museo archeologico nazionale del melfese. Il Castello normanno svevo e la dormiente di Rapolla) sul canale YouTube del MiBACT.


Per maggiori informazioni

Museo Archeologico Nazionale Massimo Pallottino di Melfi
Castello Normanno – Svevo
pm-bas.museomelfi@beniculturali.it

Info: +39.0972.238726


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