POMPEI: Venustas, in mostra la bellezza femminile

POMPEI: Venustas, in mostra la bellezza femminile

Venustas era per gli scrittori latini – Cicerone, Plinio, Vitruvio – la parola con cui si identificava un mondo di leggiadria ed arte prevalentemente femminile, cioè la bellezza, la grazia, l’eleganza e il fascino.

“Venustas. Grazia e Bellezza a Pompei” diventa così il titolo della mostra organizzata dal Parco archeologico di Pompei, – beneficiario del PON con il Grande Progetto Pompei – una ricca esposizione aperta al pubblico dal 31 luglio fino al 31 gennaio 2021 nel portico orientale della Palestra grande degli Scavi di Pompei e che racconta la lunga storia della bellezza e della gioia di vivere nella vita quotidiana dalla protostoria a Pompei, interrompendosi con la violenza della furia del Vesuvio.

La mostra ripercorre questa storia per una completa immersione nei canoni e gusti estetici delle usanze delle popolazioni antiche: oltre 300 reperti in esposizione organizzati in 19 vetrine con un excursus cronologico partendo dagli ornamenti protostorici dall’Età del Bronzo a quella del Ferro (XV-VII sec. a.C.) fino ad arrivare ai ricchi ornamenti del I secolo d.C., veri e propri capolavori di arte orafa. Tesori antichi dalla ricchezza inestimabile che testimoniano il culto della bellezza, il fascino e l’eleganza degli abitanti della città sepolta e dei siti dell’area vesuviana (il villaggio protostorico di Poggiomarino, le necropoli protostoriche di Striano e quella di Età Arcaica di Stabia, i santuari di Pompei e di Stabia, le ville di Oplontis e Terzigno, oltre l’abitato dell’antica Pompei).

Nella bellissima location, nel pieno rispetto delle misure previste dalla attuale normativa sanitaria, si possono ammirare così – oltre a tanti gioielli – creme, trucchi, profumi (costosissimi simboli del lusso romano), ornamenti per abiti, amuleti, statuette e preziosi dedicati agli dei, set da bagno, specchi argentei e bronzei per ammirarsi. Tocca agli Ori di Pompei la parte del protagonista con monili, anelli, bracciali, collane ed armille ritrovate sulle vittime dell’eruzione, tra cui spicca quella con la scritta “Dominus ancillae sua” dono di un padrone alla propria schiava, proveniente da Moregine, alla periferia meridionale della città.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fuori vetrina anche alcune sculture: la statua della musa Polymia (musa della poesia sacra) ed Erato (musa della poesia amorosa) – che uniscono alla bellezza del fisico la “bellezza” della mente – e la statuetta della dea Venere. È, inoltre, esposto un affresco pompeiano con una figura femminile alata riccamente ingioiellata e conclude la mostra, infine, il calco di una giovane donna rinvenuta nel 1875 che scappava da Pompei durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. a testimonianza della bellezza distrutta dal catastrofico evento.

Massimo Osanna, direttore generale del Parco archeologico di Pompei,  dichiara“Questa mostra nasce come un approfondimento di un percorso di ricerca avviato lo scorso anno con la mostra “Vanity”, ospitata sempre nel braccio ovest della Palestra grande, e che aveva proposto per la prima volta un confronto tra i gioielli del mondo greco e quelli della Campania ed in particolare di Pompei, come esito di un accordo di studio e collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, l’Eforia delle Cicladi e l’Ecole Française di Atene…

Il titolo “Venustas”, termine con il quale si indicava la bellezza, la grazia, l’eleganza, il decoro ma anche la gioia, riflette la pluralità di temi toccati in questa mostra e indica come gli stessi gioielli siano analizzati da diversi punti di vista. È un itinerario che parte dalla sfera del sacro per far comprendere come i gioielli offerti alle divinità diventino uno strumento di definizione dell’offerente fino ai reperti d’uso comune per la cura del corpo, alle ricche parure di gioielli, e agli amuleti, che rivelano pratiche mediche che sconfinano nei riti magici.

…Ma Pompei permette anche di ricostruire i rapporti intessuti tra gli antichi abitanti della città e questi oggetti preziosi: l’ultima tappa di questo percorso ci mostra infatti gli anelli, le collane, i bracciali, gli orecchini e le gemme che i pompeiani portarono con sé nel tentativo disperato di sfuggire alla tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C., sia per garantirsi una forma di ricchezza ma anche, probabilmente, per un aspetto affettivo. Il calco di una giovane donna rinvenuta nel 1875 in una strada di Pompei conclude la mostra, muta portavoce della fragilità della vita umana.”

L’orario di apertura di Venustas è dalle 9.15 – 16.40 da martedì a domenica (lunedì chiusura settimanale), mentre l’accesso alla mostra è compresa nel biglietto d’ingresso agli Scavi acquistabile on-line sul sito www.ticketone.it o presso le biglietterie di Porta Marina e Piazza Esedra. Al momento dell’acquisto on-line il visitatore potrà scegliere la fascia oraria di ingresso, prevista ogni 15 minuti per un massimo di 300 persone per turno.


Per maggiori dettagli

VENUSTAS. Grazia e bellezza a Pompei (comunicato completo)

 

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